Le figlie della Lambretta

Spagna

  Uno dei più prolifici e duraturi nel tempo fu il marchio spagnolo Serveta. Dai suoi stabilimenti, uscirono per molti anni molti veicoli, tanto che alla chiusura delle linee produttive milanesi, i suoi prodotti arrivarono anche in Italia, per sopperire le richieste degli affezionati Lambrettisti, ancora presenti. Nelle officine spagnole, s'iniziò nei primi anni '50 a produrre le serie Ld, poi si passò nei primissimi anni '60, alle Li seconda serie. Queste differivano dalle originali Innocenti, per il parafango anteriore girevole, così come veniva montato nelle Lc e Ld, e per altri piccoli particolari. La produzione comprendeva tutte e tre le cilindrate italiane. Quindi veniva prodotta anche la TV175, che con quella particolare estetica trasmetteva un senso ancor più sportivo. Sul finire della produzione, la Serveta Li Tv Mk2, montò un nuovo faro anteriore, con ghiera ottagonale come nelle Tv e Special Mk3 delle Lambretta Innocenti. Ma la parte retrostante del manubrio rimase in sostanza quella delle conosciute Li Mk2, con l'incavo nella zona del bloccochiavi accensione. Generando una vera particolarità estetica un vero mix estetico. Verso la seconda metà degli anni '60 alla Serveta venne data la concessione di produrre nel suo stabilimento la Li Mk3, che ormai spopolavano ovunque. Questa nuova Serveta, non comprendeva più la Tv175, ma vide l'introduzione della Special 150 e solo successivamente la 200 con forme simili alla SX, quando questa in Italia venne sostituita dalla serie DL. Nell'estetica la nuova serie Serveta differiva molto poco dall'originale Italiana. in particolare le normali Li montavano un manubrio della serie Special. L'unificazione dei pezzi portò anche differenze nelle Special e nelle 200 conosciute come SX o Jet. Infatti il frontalino copri-claxon e il parafango anteriore erano quelli delle normalissime Li Mk3. Fra queste Serveta la 200 fu quella che colse i maggiori successi commerciali, anche in Italia, specialmente dopo la chiusura dell'Innocenti. La 200 per un breve periodo montò i cofani laterali e il freno a disco dell'originale Innocenti. Ma poi le forniture di questi particolari terminarono e si passò ad unificarla nella linea alle normali Li. Anche la Special abdicò alle normali Li, che risultavano meno costose nella produzione. Nel corso del tempo la Linea della Serveta pur rimanendo quella delle Li Mk3, assunse alcune modifiche per poter competere su diversi mercati mondiali, in particolare quello USA. La sfida con la Lambretta prodotta dalla SIL in India, fu molto infuocata. Del resto le SIL sfruttavano in tutto e per tutto le line e meccaniche delle DL. Interessante infatti fu l'introduzione negli anni '70 di particolari adesivi sui cofani laterali, che facevano assomigliare alle DL. Dove le esse riportavano le false prese d'aria, le Serveta riportavano la cilindrata. Il faro posteriore divenne un vero obbrobrio estetico rispetto all'originale. Sul manubrio comparvero delle spie luminose, l'air-box del carburatore venne modificato, ponendo il filtro all'interno della cassetta porta ferri. L'aria vi permeava mediante delle singolari feritoie praticate sullo sportellino. Comparvero anche le frecce d'indicazione, per i mercati in cui il codice della strada lo prescrivesse. L'impianto elettrico fu notevolmente modificato, adottando un'accensione elettronica della MotoPlat. Nel 1973 nella produzione Serveta venne introdotto un piccolo veicolo a due ruote che sfruttava il motore della Lambretta ed anche il telaio modificato nelle misure d'interasse in modo da poter occupare il minor spazio possibile. Non aveva la carrozzeria lasciando in bella vista il grosso tubo, anche il manubrio era ben diverso. Questo particolare veicolo poteva così essere riposto facilmente nelle barche o anche nel cofano di una autovettura. Il suo nome era Pony e motorizzato col motore della 200. Intanto nel corso degli anni '70 '80 la Lambretta prodotta dalla iberica Serveta ricevette una serie di modifiche estetiche e tecniche. Nei primissimi anni '80 alcune parti di carrozzeria, come copri claxon e parafango vennero sostituite con delle nuove in materiale plastico, in luogo del più costoso alluminio, cambiandone la linea del frontale. L'air-box tornò nella posizione originaria delle Innocenti, ma con una cassa filtro ben diversa. La cassetta porta ferri sparì per sempre, tanto che la costola centrale non presentava più l'apertura centrale per lo sportellino di quell'utilissimo vano. La sella venne cambiata con una senza più l'ausilio di molle, ma con l'uso di gommapiuma espansa, molto più comoda di tutte quelle fino ad allora montate sulle Lambretta. Prodotta per lo più in colori molto semplici con una dominanza di quello bianco pastello, comparvero degli adesivi con il logo Lambretta sull'anteriore e nei cofani laterali.  A metà degli anni'80, una nuova stilizzazione dei veicoli portarono a un nuovo manubrio anteriore con un faro di più grandi dimensioni. In realtà la parte sottostante in alluminio del manubrio, quella portante, rimase la stessa, ma era la copertura che cambiava, passando ad esser costruita in materiale plastico. Anche il nome cambiò in Lince o Lynce in base ai mercati di commercializzazione. Per il resto si può segnalare l'abbinamento cromatico, con la costola centrale in color nero e le restanti parti in colori dal bianco al rosso o in altri colori. Dietro lo scudo trovava posto un capiente bauletto. Questa fu l'ultima Lambretta prodotta dalla Serveta, perché quando si era pronti alla messa in produzione del nuovissimo modello "Amiga", sfruttante motore e telaistica di queste, ma con una carrozzeria interamente in materiale composito e una linea tipicamente moderna vari problemi ne impedirono la messa in produzione. Così all'alba degli anni '90 non solo il nuovo modello non entro mai in produzione, ma terminò la produzione intera della Lambretta iberica, l'ultima discendente diretta della fortunata Li terza serie Scooter Linea '62.

  Il singolarissimo veicolo dal nome Pony con motore 200cc. Il manubrio era composto da un tubo e il telaio nella zona dello sterzo era molto più corta. Nella parte posteriore, non vi era più la costola centrale a ricoprire il telaio. La sella era fissata al telaio mediante un classico tubo reggisella, questo grazie al minor interasse dato dall'accorciamento del telaio nella zona centrale. Qui accanto si può vedere il telaio semi nudo del particolarissimo Pony della Serveta.

 

Particolare dell'air-box di una Serveta. Notare come il soffietto di collegamento si colleghi con il porta attrezzi e nello sportellino, si vedono chiaramente le prese d'aria. Lo spazio un tempo occupato dal filtro originale Innocenti rimase inutilizzato.

 

 

Foto da: www.scootermaiac.org

                   

Il Quadro strumenti di una Serveta Jet 200 dotata d'indicatori di direzione. Notare le spie luminose, per le luci e le frecce. Sul tachimetro si nota il marchio Serveta in luogo di quella Innocenti, come accadeva per le Lambretta Italiane.  

 

 

  Foto da: www.scootermaiac.org

  Lambretta Jet 200 della finire degli anni '70. La colorazione era solitamente monocromatica. Notare la presenza del freno a tamburo, sull'anteriore e cofani delle normali Li Mk3, ma senza maniglie, come nelle rare Li Mk4 e nelle DL, sia indiane che italiane. Nella foto si può vedere il particolare faro adottato da metà anni '70 sino alla fine della produzione, all'alba degli anni '90. 

 Foto da: www.riminilambrettacentre.com

 

 La Serveta presenta la sua nuova Lambretta sul finire degli anni '80(quella sul piedistallo!). L'Amiga, un interessante scooter motorizzato con il classico propulsore a catena Duplex delle serie Li e DL, rivisto e attualizzato in alcune parti. Mentre sotto una carrozzeria in materiale composito dalla linea spigolosa si celava il classico telaio con tubo di forte sezione. Purtroppo l'Amiga non entro mai in produzione e all'alba degli anni'90 la società chiuse definitivamente la produzione di tutte le linee Lambretta. In primo piano vediamo un classica Serveta Lambretta meglio conosciuta come Lince o Lynce, ultimo modello modello ad avere un forte legame con le serie Li, tanto da richiamarne ancora quella sigla nella nuova denominazione, almeno nel prefisso. Notare il faro anteriore con una grossa carenatura in materiale composito, e l'eliminazione del cassettino porta ferri nella costola centrale.

Le fonti da cui sono state tratte le informazioni sono: Sito ufficiale del The Lambretta Club of Great Britain http://www.lcgb.co.uk

Si ricorda coloro dovessero usare la presente ricostruzione storica di contattarmi in preccedenza.

Torna alla pagina Le figlie della Lambretta

oppure vai direttamente alle altre pagine della sezione:

America Latina - Spagna - Francia - Germania - India

Sito di proprietà di Angelo Uda (Piega73)

Ultimo aggiornamento: 12-03-05